La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni
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In un'epoca in cui il mondo osservava sconvolto la distruzione dell'ordine che aveva sorretto i rapporti fra gli Stati sino ad allora.
In un'epoca in cui Napoleone incarnava, e tradiva al medesimo tempo, gli ideali della rivoluzione partoriti dalla Francia di fine Settecento.
In un’epoca in cui nemmeno la terra su cui camminare rappresentava una certezza.
Proprio in un momento così cruciale della storia dell’uomo, Benjamin Constant elaborava e consegnava all’immortalità il pensiero filosofico che avrebbe orientato la società occidentale per almeno altri due secoli.
La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni
La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni è il manifesto politico che da quel momento guiderà élites e popoli, anche quando queste due fazioni si troveranno ai lati opposti della barricata, inconsapevoli esecutori della profezia di Constant: l’affermazione dell'individualismo come unica chiave per l'emancipazione dell'uomo.
In questo celebre discorso infatti, Benjamin Constant mette a confronto la concezione di libertà delle antiche civiltà, basata sulla partecipazione collettiva alla vita pubblica, con quella dei tempi moderni, centrata sui diritti individuali e sulla protezione delle libertà personali. La distinzione operata da Benjamin Constant tra la libertà degli antichi e quella dei moderni ha alimentato un dibattito persistente sulle relazioni tra libertà politica e civile, tra cittadino e Stato, e tra diritti individuali e abusi del potere.
Conquista e Usurpazione
A seguire in questo volume, il saggio - cronologicamente antecedente - conosciuto oggi come Conquista e Usurpazione, scritto quando l'età napoleonica non poteva ancora dirsi conclusa, in cui Constant tenta di storicizzare i turbolenti anni appena trascorsi, alla luce di un primo giudizio storico sulle idee emerse, sugli esperimenti falliti, sulle teste mozzate.
Ma Conquista e Usurpazione è testo che va oltre una semplice riflessione su militarismo e potere, racchiude tutti i principali temi della riflessione politica di Benjamin Constant: dalla critica a Rousseau e Mably, all'idea di un governo limitato, fino alla distinzione tra la libertà degli antichi e quella dei moderni, l'opera esplora in profondità le questioni fondamentali del pensiero del filosofo francese.
Prefazione di Francesco Pietrobelli, fondatore del Gazzetta Filosofica
La prefazione di Francesco Pietrobelli, mente dietro uno dei portali di filosofia più seguiti in Italia, ovvero la Gazzetta Filosofica, fornisce un contesto storico e filosofico, arricchendo la comprensione del lettore e sottolineando l'importanza duratura e la disarmante attualità delle opere di Constant.
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